L'antigiudaismo nell'Europa cristiana
Parte IV: L’antisemitismo e la politica di massa fra 1800 e 1900

18/12/2013

Abbiamo visto nei video precedenti che l’antisemitismo, che rese possibile la Shoah in Europa, non nasce con il nazismo, ma è la trasformazione ‘moderna’ dell’antico antigiudaismo, che riprende vigore attorno al 1880, anche grazie a una campagna internazionale di stampa organizzata dal Vaticano.

Sicuramente né i Papi, né il clero, né gli Ebrei si aspettavano che la campagna antiebraica avrebbe avuto ripercussioni così ampie e così tragiche. Non avevano previsto il potere della comunicazione di massa, dei partiti di massa: fenomeni nuovi nella storia, sorti dalla rivoluzione industriale, che stravolse i vecchi sistemi di vita e di lavoro e sviluppò la ‘società di massa’. A cavallo fra 1800 e 1900 le popolazioni d’Europa lavoravano in massa, votavano in massa, combattevano in eserciti di massa in caso di guerra, morendo in massa nelle trincee. Avrebbero finito col compiere stragi di massa con metodi di distruzione di massa, e col morire in massa.

Nella seconda metà del 1800 si formarono i partiti di massa. I socialcomunisti ebbero addirittura l’ambizione di unire tutti i lavoratori ‘proletari’ del mondo nell’ Internazionale.  Altri partiti di massa propagandavano forti sentimenti nazionalisti, spesso anche razzisti. Per loro la Patria era sacra. Ma apparteneva alla patria soltanto chi ne aveva condiviso ‘ sangue e suolo’, Blut und Boden in tedesco − cioè stirpe e tradizioni − e viveva per la famiglia, il lavoro dei campi e la socialità del luogo: tutto ciò che il social-comunismo invece trascurava, privilegiando la comune condizione dei ‘proletari’ in tutti i paesi coinvolti nel processo di rivoluzione industriale.

Di fronte ai complessi problemi sociali posti dalla rivoluzione industriale, le élite e i partiti cercarono il consenso e la coesione delle masse secondo l’antica prassi dell’identificazione di un ‘capro espiatorio’ su cui riversare le colpe di tutti i mali. I social comunisti identificavano come ‘colpevoli’ i ‘capitalisti’, cioè i proprietari di fabbriche e terreni, e consideravano i religiosi e i monarchi alleati dei capitalisti.  Gli anarchici concordavano con i socialcomunisti nel rifiuto di riconoscere autorità al clero e ai militari. Socialcomunisti e anarchici organizzavano insieme scioperi. Gli anarchici già negli anni ‘60 organizzavano attentati contro re e potenti, che sarebbero proseguiti in tutta Europa fino alla prima guerra mondiale.

I regnanti e le élite politiche, militari e sociali di tutta Europa, inclusi gli industriali, che costituivano l’élite economica, erano spaventati, non sapevano come riportare la coesione nella popolazione e proteggere le proprie vite. Leggendo la campagna di stampa vaticana, capirono che potevano deviare l’odio delle masse povere e prive di ruolo sugli Ebrei, allontanandolo da sé. Ogni male sociale venne attribuito alle cospirazioni degli Ebrei. Scriverà Maurice Barrès, intellettuale e politico francese, nel diario di marzo 1911: “Il tutto sarebbe impossibile, o terribilmente difficile, se non ci fosse questo provvidenziale antisemitismo. Grazie ad esso tutto si accomoda, si appiana e si semplifica”.

In Francia, dopo la campagna antisemita dei giornali cattolici, fra cui si distinse ‘La Croix’, giornale dell’Ordine dell’Assunzione, seguì la pubblicazione, nel 1886, di ‘La France Juive’, di Edmond Drumond, presentato come un saggio storico, ma subito dopo ristampato con illustrazioni popolari, che parlavano anche a chi non leggevaNel 1892 Drumont lanciò la rivista illustrata ‘La libre parole’, interamente dedicata a diffondere e ribadire l’idea che ‘il vero nemico è l’Ebreo’, non le élite francesi. Le illustrazioni erano tremendamente efficaci. Le illustrazioni non hanno ovviamente nulla a che vedere con la realtà: sono rappresentazioni mentali di chi le produce. Ma hanno una forza di comunicazione che la parola non ha, si imprimono nella nostra psiche come realtà, quasi come fatto visto e testimoniato. Divenne così un luogo comune pensare che gli Ebrei fossero i veri padroni del potere politico ed economico, e lo usassero per nuocere.

A cavallo fra l’800 e il 900 il ruolo fondamentale nella diffusione dell’antisemitismo in Europa fu svolto dalle cartoline illustrate. Venivano usate come oggi Twitter: per tenersi costantemente in contatto con amici e parenti, con poche parole. I gruppi politici e le testate giornalistiche le distribuivano gratuitamente, o a bassissimo prezzo, per diffondere le proprie idee. Nel 1905 nella sola Francia vennero stampate e distribuite 600 milioni di cartoline illustrate. Venivano inviate da un luogo all’altro d’Europa, e anche fuori Europa, così anche i temi e le immagini rimbalzavano da una regione all’altra, da uno stato all’altro. Come nel caso di queste due cartoline del 1898, che indicano nell’Ebreo il nemico, malvagio, tentacolare, orrendo. Quella tedesca riprende in chiave anti-ebraica un disegno del Kaiser Guglielmo II. Subito l’immagine venne ripresa in Francia dal gruppo antisemita ‘Le Grand Occident de France’.  In questa cartolina francese di inizio Novecento una famiglia contadina osserva una Francia ebraicizzata abbattere il crocefisso e premiare finanzieri e avventurieri

L’antisemitismo costituì presto in Francia un titolo di merito politico. Molti non si rendevano conto di quanto fosse assurdo credere che la minuscola minoranza ebraica avesse tale misteriosa e sovrannaturale potenza da poter ‘invadere’ e dominare gli stati, e causare occultamente tutte le difficoltà economiche, sociali e politiche di Francia o Spagna, o di qualunque altro stato. Si trattava di una paura irrazionale, sostenuta e ribadita dalle autorità morali, religiose, politiche, culturali, riattizzata ogni giorno dai mezzi di comunicazione di massa. Così la paura dell’Ebreo diventava una vera e propria certezza di fede per le persone rispettose dell’autorità.

L’antisemitismo raggiunse il culmine con l’affaire Dreyfus, che dal 1894 travagliò e divise la società francese per un decennio. Alfred Dreyfus, ufficiale di artiglieria dell'esercito francese, ebreo -alsaziano, fu accusato di spionaggio a favore della Prussia. Venne condannato alla degradazione e ai lavori forzati, sulla base di documenti contraffatti. Quando si scoprì che il vero traditore era il maggiore Esterhazy, le gerarchie militari lo protessero, preferendo che venisse condannato Dreyfus. Ma la cosa si riseppe, provocando la reazione non soltanto degli amici di Dreyfus, ma anche di altre persone oneste. A gennaio 1898 il famoso scrittore Emile Zola scrisse una lettera aperta al Presidente della Repubblica sul giornale ‘L’Aurore’, intitolata ‘j’accuse’, in cui accusava di falso anche il ministro della difesa e il capo di stato maggiore. Dovettero processarlo, e durante il processo a Zola la verità sulla contraffazione dei documenti contro Dreyfus venne a galla. Il colonnello Hubert-Joseph Henry, autore della contraffazione, si suicidò. Ma la folla non voleva credere all’innocenza di Dreyfus e alla colpa di ‘veri’ francesi di autorità elevata, e scatenò la propria ira contro Zola, come raffigurato in questo quadro dell’epoca. Poco più tardi Zola verrà trovato morto in casa, forse assassinato.  Articoli e illustrazioni orrende per anni accusarono Dreyfus e anche Zola di tradimento della patria.  La stampa usò l’affaire Dreyfus per alimentare in larga parte della popolazione un odio viscerale contro gli Ebrei, e per irridere i loro sostenitori, come in questa vignetta apparsa su ‘Le Pelerin’, giornale dell’ordine monastico degli Assunzionisti.                                      Theodor Herzl, scrittore ebreo ungherese inviato a seguire il processo come corrispondente di un giornale tedesco fu talmente colpito dalle violente espressioni d’odio anti-ebraico della folla e dei giornali, da convincersi che gli Ebrei dovevano lasciare l’Europa e crearsi un proprio stato, perché in Europa presto non avrebbero potuto più vivere. Scrisse di getto ‘der Judenstaat’, lo stato ebraico, e dedicò il resto della vita a organizzare il movimento sionista, cioè il movimento per creare uno stato nazionale ebraico nella regione di Gerusalemme. Sion è la collina su cui re Davide fondò Gerusalemme.

La paura dell’Ebreo, divenuto nuovamente, come già nel Medio Evo, simbolo convenzionale del Male, assunse forme e motivazioni di ogni tipo, spesso contraddittorie fra di loro, al di là della logica e della realtà fattuale. Dapprima fu la paura di essere invasi da folle di Ebrei poveri, sporchi, brutti, che dall’impero zarista venivano a cercar fortuna e libertà nell’impero austroungarico, in quello tedesco e in Francia.  Poi fu l’invidia per l’imprevisto successo sociale ed economico di questa minoranza immigrata povera e disprezzata, che veniva ridicolizzata sia da destra che da sinistra, in tutti i paesi. Ma anche le caricature alimentavano la paura, oltre al disprezzo.

Nell’immaginario collettivo la sete di denaro veniva equiparata alle sete di sangue, e gli Ebrei venivano accusati di nutrirle entrambe. L’accusa di deicidio e di tradimento veniva reinterpretata in chiave laica e utilizzata a scopi politici, con procedimento tipico del pregiudizio antiebraico di ogni epoca. Anziché spiegare agli elettori le cause delle difficoltà finanziarie degli Stati Uniti, ovviamente dovute al fatto che il governo spendeva troppo, con questa vignetta i conservatori inglesi di inizio ‘900 sostenevano che gli Stati Uniti erano messi in croce dagli Ebrei.  E tutti i nemici politici assumevano il volto dell’Ebreo: la banca centrale, la democrazia, il repubblicanesimo, la borsa.  In questa cartolina francese del 1899 l’Ebreo Rothschild si fa pagare i prestiti fatti alla Spagna con il sangue dei Cubani, mentre gli Inglesi tengono a bada gli USA. Così la repressione della ribellione dei Cubani veniva addebitata agli Ebrei, benché non ci fosse il minimo segno di un loro coinvolgimento in quegli avvenimenti.

L’equiparazione fra denaro e sangue è orripilante in queste caricature fatte dall’italiano Galantara per la rivista francese ‘L’Assiette au Beurre’ nel 1907. L’ Ebreo gonfio di sangue usa altro sangue per far crescere il denaro. Oppure schiaccia una folla povera e informe, e ne trasforma il sangue in denaro. La paura irrazionale dell’Ebreo viene alimentata dai media al punto che già nel 1899 il dott. Kimon, greco emigrato in Francia, scrive : ‘Ci troviamo davanti all’alternativa: porci sotto il dominio dell’ebraismo oppure sterminarlo. […] E’ ormai un duello a morte tra noi e gli ebrei; e arriveremo all’estremo limite della legittima difesa’.  Questa cartolina tedesca per il capodanno 1901 già chiama i cristiani ‘ariani’, e raffigura l’Ebreo come un demone sadico, la cui bandiera dice: ’divorerai tutte le nazioni senza cerimonie’.

I tradizionalisti spaventati dagli scioperi ne davano la colpa agli Ebrei. In questa cartolina francese la dolce bambina prega: ‘Mio Dio, proteggi la Francia! Liberala dai ladri! Liberala dagli avvelenatori! Dai Tedeschi, dagli Inglesi, dagli Ebrei, dai loro agenti col culto dello sciopero, dagli atei, da tutti i parassiti politici’.  Questa cartolina tedesca è intitolata ‘lo scopo dello sciopero’. Lo scopo sarebbe portar denaro all’Ebreo tentacolare. Questa cartolina polacca accusa gli Ebrei di menar per il naso gli operai, inducendoli a scioperare. E questa cartolina francese accusa gli Ebrei, simboleggiati da Rothschild, di usare gli scioperi dei ferrovieri come scusa per aumentare i prezzi dei trasporti!

Ma l’accusa più frequente è di essere i veri padroni occulti delle fabbriche, i veri grandi capitalisti che hanno a loro disposizione persino l’esercito!  Così l’odio degli operai veniva allontanato dai governi e dai padroni effettivi delle fabbriche.  Questa cartolina tedesca del sindacato dei metallurgici sostiene che in cima alla fortezza capitalista che imprigiona il popolo si trovano gli Ebrei. Ovviamente gli Ebrei c’entravano ben poco con le industrie e le miniere di metallo tedesche, ma la propaganda politica non bada alla realtà.  E secondo Galantara l’Ebreo determinerebbe l’ascesa o la discesa di regni e repubbliche…

L’ assurda usanza di attribuire qualunque male agli Ebrei rimase talmente radicata nei partiti e nella stampa di massa, che persino quando Hitler annesse l’Austria, nel 1938, organizzando subito una strage di Ebrei viennesi, ‘L’Action Française’ pubblicò questa cartolina in cui accusava ‘l’Ebreo Blum’ , allora presidente del consiglio in Francia, socialista, di esserne felice, in quanto ‘il socialismo ci viene dall’ebreo tedesco Karl Marx, ed ha sempre giocato a favore dei Tedeschi.’  Alcuni anticlericali riuscivano persino ad accusare l’Ebreo di essere il finanziatore del Papa, e il Papa di essere una versione dell’Ebreo rapace!

Furono i servizi segreti dello Zar a provvedere un documento – falso − che desse fondamento a ogni paura e a ogni accusa, per quanto contradditoria e assurda. ‘I Protocolli degli Anziani di Sion’ è forse il libro che ha venduto più copie al mondo nell’arco del ‘900, dopo la Bibbia. I Protocolli, probabilmente scritti da Matteo Golovinski, furono pubblicati a puntate nel 1903 sul quotidiano di San Pietroburgo ‘Znamia’ (la Bandiera) , da Pavel Krushevan, appartenente al gruppo monarchico ultranazionalista e antisemita CENTURIE NERE.

Fin dal 1860 la Russia era stata travagliata da attentati anarchici e social-comunisti. Quando nel 1881 un gruppo di rivoluzionari uccise lo Zar Alessandro II, i nazionalisti accusarono gli Ebrei di sobillare i fedeli sudditi russi con dottrine ribelli che non potevano appartenere al popolo russo.  Iniziò un periodo di pogrom, stragi di Ebrei nei loro villaggi, per lo più istigati proprio dalle Centurie Nere.  Di fronte alle vittime, interveniva l’Osservatore Romano a suggerire che forse gli Ebrei i pogrom… se li facevano da soli, apposta per suscitare simpatia. Scriveva l’articolista vaticano : ‘non andiamo lungi dal vero se diciamo che anche lo sfratto un po’ duro dei figlioli di Giuda dall’Impero Moscovita ha fatto e fa buon giuoco in mano al Giudaismo per muovere la compassione verso i giudei, verso i quali il mondo cristiano e civile comincia a ribellarsi davvero e per bene’ … ‘L’antisemitismo dovrebbe essere la reazione naturale temperata, riflessiva, cristiana contro il predominante Giudaismo’, invece l’antisemitismo assassino dei pogrom ‘non è che una forma artificiosa di vero Giudaismo, da questo a bella posta introdotta e mantenuta, perché non possa (…) organizzarsi, svolgersi e predominare il vero antisemitismo’.

I ‘protocolli’ sono presentati come i verbali di un’assemblea segreta di rabbini che si riunirebbero ogni cento anni per pianificare la cospirazione giudaica per conquistare e rovinare il mondo, attraverso ogni sorta di sotterfugio e di tradimento, con ogni mezzo. Vennero tradotti e pubblicati ovunque, spesso corredati da immagini che presentavano l’Ebreo come dotato di una soprannaturale potenza, usata per operare il male. E vennero ovunque spacciati per ‘documento storico’, antico testo veritiero. In Italia nel 1921 ne vennero pubblicate due edizioni, una di Giovanni Preziosi, che sotto il fascismo divenne testo di studio nelle scuole, e una del giornalista vaticano Monsignor Umberto Benigni.

Ovunque in Europa divenne ‘ovvia’ la credenza che l’Ebreo sfruttasse i deboli, avesse appetiti insaziabili, fosse oscenamente obeso e maialesco, uccidesse gli innocenti, rovinasse gli stati, tradisse le nazioni che lo ospitavano. In questo ambiente emotivo, politico, culturale crebbero gli Europei del ‘900, e venne educato Hitler.

 

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