Il gas da scisti
cambia lo scenario globale

02/10/2013

Lo sviluppo delle nuove tecnologie per estrarre gas naturale dalle rocce significa che molti paesi al mondo potranno presto disporre di energia pulita e a basso prezzo per le centrali termoelettriche e per alimentare la propria industria manifatturiera, diminuendo la dipendenza dalle importazioni sia di gas naturale sia di petrolio. Questo non cambierà radicalmente gli equilibri economici e geopolitici del mondo in pochi anni, ma ha già avviato una evoluzione che rafforzerà stabilmente l’economia di USA e Canada, paesi che stanno diventando grandi produttori di gas, e ridurrà considerevolmente la forza contrattuale della Russia e dei produttori di petrolio mediorientali. Già ora i costi dell’elettricità per uso industriale negli Stati Uniti sono la metà di quelli nell’Unione Europea, e un terzo di quelli in Giappone. Molte aziende manifatturiere che si erano spostate in altri continenti torneranno negli Stati Uniti nei prossimi anni. 

Se si aggiunge al quadro l’inevitabile aumento dei costi di produzione in Cina, man mano che la Cina sviluppa il mercato domestico dei beni di consumo, possiamo immaginare che nei prossimi cinque anni vedremo il rafforzarsi dell’industria manifatturiera negli USA e forse in Europa, se sapremo trarre vantaggio dalla diminuzione del costo globale dell’energia che è in corso.

Molto meno probabile è invece che il petrolio perda in tempi brevi la sua predominanza per i trasporti, perché occorre non soltanto lo sviluppo di motori molto diversi, ma anche la sostituzione di tutte le reti di rifornimento attuali. Le aziende automobilistiche cercano da tempo di sviluppare auto elettriche e batterie più efficienti, ma non hanno ancora prodotto risultati soddisfacenti ed economicamente convenienti.

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