Le Maldive si destreggiano fra India e Cina

20/09/2013

Le Maldive, fedeli alleate dell’India, stanno entrando nella sfera di influenza cinese.

Stato insulare nel cuore dell’Oceano Indiano, le Maldive sono un importante paradiso fiscale dove i ricchi Indiani accumulano capitali, che poi vengono reinvestiti in patria nei servizi e nelle tecnologie dell’informazione. Sono uno scalo marittimo strategico lungo le rotte commerciali fra la Cina e l’Africa, fra la Cina e il Medio oriente, fra la Cina e l’Europa, così come il Bangladesh, lo Sri Lanka e il Pakistan. Sono anche le rotte di transito del petrolio del Golfo Persico verso l’intera Asia, e di tutte le merci che transitano attraverso il canale di Suez (mappa a lato). 

Nelle varie isole dell’arcipelago delle Maldive – che si estende per circa 300 kilometri quadrati – vivono meno di 350 000 persone. Dopo la fine della monarchia, nel 1968, le Maldive hanno accettato come legittima l’ingerenza dell’India. Nel 1988 fu l’esercito indiano a soffocare il tentato colpo di stato contro l’ex dittatore Maumoon Abdul Gayoom.

L’India cerca di conservare una posizione egemone nella regione, man mano che i paesi che si affacciano sull’Oceano registrano un maggiore sviluppo economico e si integrano nell’economia globale, ma il governo delle Maldive negli ultimi tempi si sottrae ai tentativi indiani di mantenere l’arcipelago nella propria orbita economica e geopolitica. Nel novembre 2012, per esempio, Malè (capitale delle Maldive) ha revocato la concessione per la gestione del proprio aeroporto internazionale alla società indiana GMR, che fornisce servizi infrastrutturali. Una serie di altri contrasti di carattere sia burocratico sia economico hanno creato tensioni tra i due paesi.

Pechino è il beneficiario del deterioramento delle relazioni tra India e Maldive. La Cina ha promesso a Malè aiuti finanziari e assistenza allo sviluppo, e sta conducendo trattative per lo scalo di propri mercantili – e altre navi – nei porti dell’arcipelago. È naturale che le relazioni tra Maldive e Cina si intensifichino, data la posizione strategica dell’arcipelago, ma questa collaborazione sta portando la presenza navale cinese in acque molto vicine alle coste indiane.  

L’avvicinamento tra Pechino e Malè è avvenuto proprio nel momento in cui l’industria del turismo delle Maldive subiva i contraccolpi della crisi europea. L’economia delle Maldive è basata sul turismo, che rappresenta il 49% del PIL e impiega il 45% della forza lavoro. È molto importante per Malè attrarre turisti dall’Asia, e a oggi quasi un quarto dei turisti che visitano le Maldive proviene dalla Cina.

Per Malè l’avvicinamento a Pechino è uno scudo che permette di contrastare le politiche indiane. È lo stesso vantaggio su cui fa leva lo Sri Lanka, che cerca di bilanciare la vicinanza all’India e la cooperazione economica con Pechino per trarre il massimo profitto dalla propria posizione strategica.  

Malè non vuole interrompere i buoni rapporti con Nuova Delhi: l’India è troppo vicina e il suo peso economico è troppo importante per rischiare una mossa del genere. Ma ampliando il raggio dei rapporti internazionali le Maldive potranno stabilire un’identità geopolitica indipendente e contrastare l’influenza indiana, come sta facendo lo Sri Lanka. I buoni rapporti con la Cina, gigante lontano, permettono a Malè di rafforzare la propria posizione nei rapporti con l’India, gigante vicino, che ha sempre trattato l’arcipelago con il pugno di ferro e in modo paternalistico.

Lo spostamento degli interessi geopolitici delle Maldive riflette una serie di cambiamenti in corso in Asia del Sud. Diversi paesi si stanno avvicinando a Pechino, che sta estendendo la propria influenza economica e la propria presenza navale vicino alle coste indiane. Ma il fatto che India e Cina competano per controllare l’Oceano Indiano non significa necessariamente che la posizione di Nuova Delhi si sia indebolita complessivamente. L’India rivaleggia con la Cina per la presenza in Birmania/Myanmar, in Malesia e in altri paesi del sud-est asiatico. L’India ha anche rafforzato i rapporti con il Giappone e l’Australia, anche se non sono ancora state strette alleanze strategiche formali. Ma si è sgretolato il paradigma per cui la Cina e l’India esercitano la propria influenza su regioni marittime separate e indipendenti. 

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