La partecipazione popolare al genocidio ruandese
Analisi di Omar McDoom

29/08/2013

Rwanda’s Ordinary Killers: interpreting popular partecipation in the rwandan genocide di Omar McDoom, http://eprints.lse.ac.uk/28153/1/wp77.pdf, è una ricerca a campione svolta per il Development Studies Institute della London School of Economics nel 2005. Il campione esaminato è costituito da due villaggi al nord del Rwanda, in cui i Tutsi vivevano ai margini, e due villaggi al sud del Rwanda, in cui i Tutsi erano pienamente integrati.

Ecco i dati del 1994, anno della strage, per i quattro villaggi.

Maraba, nella regione meridionale del Butare (mappa a lato): 1497 abitanti, di cui 84 Tutsi. 18 famiglie miste, nessuna separazione fisica. 58 Tutsi uccisi dai propri vicini Hutu.

Shyanda, nella regione meridionale del Butare: 803 abitanti , di cui 72 Tutsi. 7 famiglie miste. Nessuna separazione fisica. 61 Tutsi uccisi dai propri vicini Hutu.

Kinigi , nella regione settentrionale di Ruhengery, dove le due etnie vivevano separate e non si sposavano fra di loro: 969 abitanti di cui 35 Tutsi. Nessuna famiglia mista. 8 Tutsi uccisi dai loro vicini Hutu.

Nkuli, nella regione settentrionale di Ruhengery : 785 abitanti, di cui 60 Tutsi. Nessuna famiglia mista. 53 Tutsi uccisi dai loro vicini Hutu.

La ricerca è costituita da migliaia di interviste agli Hutu dei 4 villaggi, sia ai carnefici che parteciparono attivamente al massacro, sia agli Hutu che non parteciparono. 11 fra i carnefici venivano da famiglie miste.

Che cosa pensavano gli Hutu dei Tutsi? Sia al sud sia al nord gli Hutu avevano la convinzione (tramandata da racconti orali) che prima dell’arrivo degli Europei i Tutsi li avevano trattati da schiavi, gli avevano rubato il bestiame e la terra. I Tutsi erano visti come i nemici storici degli Hutu. Gli Hutu erano anche convinti che i Tutsi (minoritari in Rwanda) fossero d’accordo con altri Tutsi fuori dal paese per impadronirsi del paese stesso e uccidere gli Hutu. Quando cadde l’aereo che portava il presidente del Rwanda, gli Hutu non dubitarono che si trattasse di un complotto dei Tutsi, del segnale concordato perché i nemici esterni invadessero il paese.

Le autorità locali organizzarono i primi gruppi di assassini. Gli altri si aggregarono ai gruppi di carnefici nei giorni seguenti, quando capirono che non sarebbero stati puniti ma sarebbero stati premiati con i beni razziati ai Tutsi.

Quasi tutti i carnefici si giustificano dicendo di aver obbedito alla legge, agli ordini. Quasi tutti gli Hutu che non uccisero personalmente ritengono che i carnefici fossero mossi soprattutto dal desiderio di rapina.

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