Il nazionalismo cinese
e le rivendicazioni territoriali con i vicini

27/08/2013

Dopo le proteste vietnamite per i colpi sparati da una nave cinese contro un peschereccio vietnamita vicino alle isole Paracelso, il giornale cinese Huanqiu (bandiera rossa) il 27 marzo ha pubblicato un editoriale dal titolo “Espellere i pescherecci illegali vietnamiti è legittimo”. Con una mossa a sorpresa, l’articolo ha svelato un pezzo di storia sconosciuta alla maggior parte dei lettori, ovvero la cessione, agli inizi del 1957, dell’isola di Bach Long Vi (Bailongwei in cinese) al Vietnam. L’articolo faceva notare come − anziché contraccambiare l’atteggiamento di pace e amicizia − il Vietnam negasse costantemente le rivendicazioni territoriali cinesi nel Mar Cinese Meridionale. L’editoriale è stato poi ristampato da diversi quotidiani con il titolo “La Cina ha ceduto Bailongwei al Vietnam e questo continua ad avanzare pretese”.

Naturalmente l’articolo ha suscitato scandalo in Cina. I cittadini hanno condannato la decisione del governo di cedere territori e hanno messo in discussione la capacità dei leader di salvaguardare gli interessi territoriali e nazionali del Paese. Si è trattato di una mossa rischiosa, ma utile per il raggiungimento dell’obiettivo di Pechino: creare più sostegno popolare in appoggio alle rivendicazioni cinesi nel Mar Cinese Meridionale.

Situata a metà strada tra la città vietnamita di Haiphong e l’isola cinese di Hainam nel Golfo di Tonkino (Beibu Bay in cinese), l’isola di Bach Long Vi è lunga 3 km e larga 1,5 km, il che la rende la più grande isola abitabile del Mar Cinese Meridionale. La Cina ha concesso l’isola al governo del Vietnam del Nord, nel marzo del ’57, come parte degli aiuti durante la guerra del Vietnam. L’isola è stata amministrata dal comune di Haiphong e abitata esclusivamente da cittadini vietnamiti.

La Cina ha poi ufficialmente riconosciuto la sovranità vietnamita sull’isola nel 2000, con una serie di accordi sulla demarcazione del Golfo di Tonkino. Questi accordi proibiscono ai pescatori cinesi di avvicinarsi a meno di 20 miglia nautiche dall’isola e assegnano il 53,23% del golfo al Vietnam.

Che questi accordi fossero il risultato di un calcolo strategico, o di una mancata comprensione dell’importanza dell’isola, ora sono dipinti nei circoli politici cinesi come un chiaro esempio della flessibilità di Pechino nella soluzione di dispute territoriali, e dell’ostinazione irragionevole dei vicini. Hanoi non rinuncerà per questo alle rivendicazioni sulle isole Paracelso e Spratly. Piuttosto l’episodio indica che Pechino, mostrando come le precedenti concessioni siano state controproducenti, intende cambiare politica ed essere meno flessibile in futuro. 

Da anni Pechino ostacola i pescherecci vietnamiti e cerca di spingere Hanoi ad annullare accordi di esplorazione con altri paesi lungo la ‘linea a nove tratti’ che definisce molto vagamente le acque territoriali cinesi (vedere mappa in alto), ma sino a ora non ha apertamente sfidato il Vietnam.

 

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