Investimenti e sviluppo in Etiopia:
l’intervento dei BRICS

13/07/2013

L’Etiopia è uno dei paesi più popolati del continente africano e ha sempre avuto un ruolo di primo piano in Africa Orientale. Tuttavia, uno dei problemi che il governo di Addis Abeba deve affrontare è l’inadeguatezza del sistema di trasporti, dal cui sviluppo dipendono le esportazioni e il commercio con l’entroterra. Le continue tensioni con l’Eritrea hanno ulteriormente aggravato la situazione dell’accesso al mare.

L’Eritrea ha conquistato l’indipendenza nel 1993, al termine di una guerra con l’Etiopia durata 30 anni. L’indipendenza dell’Eritrea ha fatto perdere all’Etiopia lo sbocco sul Mar Rosso, costringendola a usare come porto Gibuti. Ora il governo ha varato un progetto di lungo periodo per lo sviluppo di una rete ferroviaria per il trasporto di merci e di passeggeri, che trasformerà l’economia etiope nei prossimi 25 anni (mappa a lato).

La prima fase del progetto è già in corso: la Ethiopian Railways stima che entro il 2015 saranno posati circa 2000 km di binari. L’obiettivo finale è la costruzione di una rete di 4744 km, che si collegherà alle reti esistenti in Kenya, Sudan, Sudan del Sud e a Gibuti.

Il progetto è finanziato per la maggior parte dai BRICS, il blocco delle potenze economiche emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Il potenziale economico e geografico dell’Etiopia permetterebbe a questi paesi di ottenere ingenti guadagni dall’investimento a lungo termine.

È la Cina a contribuire maggiormente ai progetti di grandi opere in Africa Orientale. Oltre a finanziare la costruzione del porto di Gibuti, la Cina − nello specifico la CCECC, società di ingegneria civile, e la China Railway Group, società ferroviaria – già costruisce due segmenti della futura rete ferroviaria etiope, ciascuno dei quali costa più di un miliardo di dollari. Un’altra società cinese sta collaborando con una società turca per costruire il segmento che collegherà Addis Abeba con il nord del paese.

Anche l’India è interessata all’Etiopia, come dimostra il prestito da 300 milioni di dollari che l’EXIM – banca indiana per l’import-export – ha fornito per costruire i 656 km di binari che servono per collegare Addis Abeba a Gibuti. Quanto alla Russia, per il momento si limita a supervisionare il progetto, ma sta trattando con le autorità etiopi per finanziare e costruire i 587 km di binari che servono per collegare Addis Abeba e Moyale, al confine con il Kenya. Questa linea potrebbe poi venire prolungata attraverso il Kenya fino al porto di Lamu sull’Oceano Indiano.   

A maggio la Banca Brasiliana per lo Sviluppo ha annunciato che finanzierà la costruzione del segmento per collegare l’Etiopia al Sudan del Sud. Si tratta di posare 439 km di rotaie tra Addis Abeba e Jimma, a un costo di circa un miliardo di dollari. Secondo quanto dichiarato dalle autorità etiopi, i dettagli tecnici e finanziari sono ormai concordati e l’impresa di costruzioni brasiliana Andrade Gutierrez Participacoes si metterà presto al lavoro.

Anche il Sudan del Sud, che deve diversificare le proprie vie di esportazione, trarrà benefici dalla linea ferroviaria etiope. Il 17 giugno Juba ha firmato un accordo con imprese e investitori sudafricani per esportare petrolio portato su rotaia al porto di Gibuti, sul Mar Rosso. Il Sudan del Sud aveva ipotizzato di costruire un oleodotto verso il porto di Lamu, e la Cina si era detta interessata, ma il progetto è stato accantonato in attesa di investimenti. Il trasporto del petrolio su rotaia fino a Gibuti è più efficace rispetto al trasporto su gomma, ma è insufficiente per esportare la produzione petrolifera giornaliera del Sudan del Sud. Un collegamento ferroviario avrebbe anche grande importanza politica, perché diminuirebbe la dipendenza del Sud dal Nord.  

 

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