Il grande progetto cinese
per l’acqua

17/06/2013

Il 10 giugno 2013 è stato inaugurato il segmento orientale del Progetto di Trasferimento dell’Acqua dal sud al nord della Cina, l’ultimo di una lunga serie di tentativi di rimediare alla scarsità d’acqua che frena la crescita dell’economia in larghe parti della Cina. Si tratta di un faraonico progetto di deviazione di 44,8 miliardi di metri cubi d’acqua dal Fiume Azzurro (o fiume Yangtze, Chang Jiang per i Cinesi, cioè fiume lungo) verso l’arida Pianura Settentrionale (mappa a lato).

Il progetto fu concepito da Mao Tse-tung nel 1952 ed è in costruzione dal 2002. È una delle opere più costose – sia direttamente, se si considera che il costo ufficiale dei lavori è di 62 miliardi di dollari, sia indirettamente, se si considera che si sono dovute trasferire 350 000 persone, soprattutto contadini provenienti da piccole comunità rurali – per colmare il crescente squilibrio tra le esigenze dell’industria cinese e la limitatezza delle risorse naturali. 

Negli ultimi anni lo squilibrio tra le esigenze dell’economia e la disponibilità di materie prime quali l’acqua si è acuito soprattutto nelle province agricole dell’ Henan, Shandong e Hebei, dove l’aumento esponenziale del consumo di acqua per usi sia civili sia industriali (soprattutto da parte dell’industria carbonifera e siderurgica) ha di gran lunga superato la capacità dei bacini idrografici. Le provincie della pianura settentrionale, incluso il comune di Pechino, ospitano un quarto della popolazione e producono un quarto del PIL , ma posseggono solo l’8% delle risorse idriche cinesi. Per l’agricoltura, la fonte d’acqua primaria nella parte orientale della pianura è il Fiume Giallo, che però è in secca 230 giorni l’anno.

Buona parte del segmento orientale del progetto, che parte da Jiangsu e attraversa Shandong e Hebei, ripercorre lo storico Gran Canale, che per più di 1000 anni ha trasportato beni e persone dal delta del Fiume Azzurro a Pechino.

Il completamento del segmento centrale, che parte dalla provincia di Hubei, attraversa Henan e Hebei per arrivare a Pechino, è previsto per il 2014. Preoccupa l’impatto che questa parte del progetto potrebbe avere sulle comunità agricole dell’Hubei e dello Shaanxi, il cui sostentamento dipende dal Fiume Han, uno degli affluenti principali del Fiume Azzurro.

Il segmento occidentale, che collegherà il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro nei pressi delle loro sorgenti sull’Altopiano del Tibet, è ancora più controverso e complicato dal punto di vista tecnico. La costruzione dell’ultimo segmento non sarà completata prima del 2050.

Il Progetto di Trasferimento dell’Acqua dal sud al nord della Cina aumenta ulteriormente l’importanza geopolitica del Fiume Azzurro, non solo come via di trasporto fra l’entroterra e la costa, ma perché diventerà l’elemento fondante dell’economia, della società, dell’agricoltura e dell’industria del Nord della Cina, in quanto fonte d’acqua primaria della regione. Il progetto è controverso, non solo per gli elevati costi ufficiali, ma anche perché ci si chiede quali saranno le conseguenze a lungo termine, a livello ambientale e sociale, per buona parte della Cina centrale e rurale e per le regioni produttrici di riso a sud del Fiume Azzurro. Incertezze a parte, i segmenti centrali e orientali del progetto, così come l’altrettanto criticata Diga delle Tre Gole nella provincia di Hubei, saranno operativi entro il 2015.

I tentativi di porre rimedio alla scarsità d’acqua che ha sempre afflitto il nord della Cina hanno rappresentato un aspetto fondamentale nella storia politica cinese fin dall’epoca del sovrano semi-mitico Yu il Grande, il primo ad aver costruito argini per contenere gli straripamenti del Fiume Giallo. Per tutti i sovrani cinesi dopo di lui, la manipolazione dell’ambiente per soddisfare i bisogni degli uomini fu considerata un diritto conferito al “Mandato del Cielo”. 

I leader cinesi si sono ora riappropriarti di questo diritto.

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