Cina: il problema
delle regioni interne

20/04/2012

L’ammodernamento e lo sviluppo delle provincie interne, quelle che formano la Cina Centrale, è ormai una necessità per l’economia cinese, se vuole avere una piattaforma di consumatori sul mercato domestico, abbastanza grande da permettere una certa indipendenza dalle esportazioni.

Pechino dal 1999 si è data come priorità lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione nella Cina Centrale, ma i risultati sono ancora insufficienti. I maggiori ostacoli allo sviluppo sono la grande distanza dal mare e la dispersione della popolazione sul territorio.

Le province della Cina Centrale sono Hunan, Hubei, Shanxi, Shaanxi, Anhui, Jinagxi, Henan, Sichuan e Chongqin (vedi mappa a lato). Pur avendo territori con diverse caratteristiche, i tempi ed i costi di trasporto da queste regioni alla costa rendono anti-economico produrvi beni per l’esportazione, anche se il costo della mano d’opera è inferiore. Dunque l’economia di basa su di una agricoltura di sussistenza e su piccole e medie industrie locali di trasformazione, di solito concentrate in un solo centro urbano, o in un nucleo di piccole città  lungo un fiume. Il resto della popolazione è dispersa sul resto del territorio in piccoli insediamenti, e vive di agricoltura. Questa distribuzione della popolazione rende difficile l’integrazione economica e sociale anche fra città e campagna nella stessa provincia.

Queste regioni contengono oltre 500 milioni di persone: riuscire a dar sviluppo a una popolazione così ampia è molto difficile. Ma se non lo si fa, la Cina si trova sempre più divisa fra regioni costiere ricche e regioni centrali povere, con grande pericolo per la coesione sociale e politica, e  la sua economia continuerà ad essere eccessivamente dipendente dall’esportazione.

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