Gli USA
esportatori di gas?

19/03/2012

Gli USA sono i maggiori produttori e consumatori di gas naturale al mondo, con una produzione pari a circa 600 miliardi di metri cubi e un consumo di 700 (dati del 2011).

L’utilizzo di nuove tecnologie di estrazione (fracking)  ha fatto aumentare la produzione e calare rapidamente i prezzi – nell’arco di un anno i prezzi sono passati da $135 a $88 per mille metri cubi. Si tratta di prezzi molto inferiori a quelli del mercato europeo ($409 per mille metri cubi) e giapponese ($589 per mille metri cubi).

Questo ha indotto alcune grandi aziende ad aprire impianti di produzione negli USA. Dow Chemical Co. e Royal Dutch Shell hanno annunciato l’intenzione di investire nella costruzione di nuove infrastrutture  in USA. 

Se la produzione continuerà ad aumentare gli USA dovranno iniziare a esportare gas naturale altrove. Le difficoltà logistiche non sono poche, dato che Europa e Asia sono molto distanti.  Il gas  si può esportare su navi sotto forma di Gas Naturale Liquefatto (GNL), ma al momento negli USA esiste un solo impianto di liquefazione, in Alaska. I nuovi impianti di liquefazione in cantiere – almeno sette – non vedranno la luce prima del 2015-2016 e avranno una capacità di non più di 30 miliardi di metri cubi all’anno. La costruzione di impianti di liquefazione è dispendiosa – ad esempio il costo del ‘Sabine Pass’ si aggira sui $6 miliardi – ma visti gli alti prezzi del gas in Europa le aziende possono ripagarsi in fretta l’investimento.  

Chiaramente le esportazioni di GNL saranno rivolte ai paesi dotati di impianti di rigassificazione: per ora non sono molti, ma stanno aumentando. Al momento sono in cantiere circa 20 progetti in tutto il mondo – soprattutto in Europa e in estremo oriente. Cheniere Energy Inc., proprietaria dell’impianto di Sabine Pass, ha già firmato contratti con l’India, la Corea del Sud e la Spagna. Recentemente anche il Giappone ha mostrato interesse ad acquistare gas naturale liquefatto dai giacimenti di Freeport.

Per ora il GNL rappresenta il 30% del gas consumato a livello internazionale; è probabile che questa cifra cresca rapidamente, specialmente ora che la Germania si è impegnata ad abbandonare l’energia nucleare e Olanda, Polonia e Lituania hanno costruito nuovi impianti di rigassificazione per svincolarsi dalla dipendenza russa.

 

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