L'autorità di Hamas
a Gaza

15/03/2012

 

La maggior parte dei giornali ha interpretato il recente cessate il fuoco a Gaza (dopo una settimana di intensi lanci di razzi da Gaza su Israele e dopo l’assassinio mirato di 16 terroristi del Palestinian Islamic Jihad a Gaza da parte di Israele) come la prova che i gruppi terroristici a Gaza non sono più sotto il controllo di Hamas, tant’è vero che per fermarli si è resa necessaria la mediazione dell’Egitto.

In realtà il fatto che Hamas abbia sollecitato la mediazione dell’Egitto e che appena la mediazione c’è stata ci sia stato il ‘cessate il fuoco’ significa che:

·      Hamas cerca un avvicinamento all’Egitto riconoscendone l’egemonia morale e diplomatica nel mondo sunnita, dopo aver dovuto prender le distanze dalla politica iraniana di sostegno al regime di al-Assad in Siria;

·      Hamas controlla i gruppi terroristici della striscia di Gaza, esattamente come l’OLP ai tempi di Arafat controllava i terroristi di Settembre Nero. La divisione fra Hamas come  gruppo politico e i gruppi terroristici è una divisione di convenienza. Quando Hamas vuole che il Jihad fermi davvero gli attacchi, il Jihad obbedisce.

·      L’Egitto, chiamato in causa, non si esime dall’esercitare un ruolo moderatore. La politica egiziana per ora rimane quella dei decenni precedenti, anche se il pattugliamento del Sinai  ha perso i livelli di efficienza dei tempi di Mubarak, e il Sinai è diventato centro di contrabbando di armi e di droga. Quando un nuovo governo avrà i poteri effettivi in Egitto, si vedrà il suo comportamento sul campo, allo scoppio del primo scontro a fuoco fra Israele e Gaza, o fra Israele e gli Hezbollah del Libano.  

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