Afghanistan: sacrificati
i diritti delle donne

09/03/2012

In Afghanistan Hamid Karzai, primo presidente eletto del paese, ha approvato un codice di condotta per le donne che annulla tutti i progressi fatti dal 2001. Il ‘nuovo’ codice di condotta studiato dal concilio degli Ulema, organo consultivo composto dalle più importanti figure religiose del paese, riconosce ai mariti il diritto di picchiare le mogli in alcune circostanze e incoraggia apertamente la segregazione dei sessi.

 

Il codice di condotta per le donne fa parte di un lungo documento che presenta le linee guida per una politica di riconciliazione nazionale, da accettare e rispettare ‘volontariamente’.  Le linee guida prevedono che le donne non possano viaggiare senza un tutore maschile,  non socializzino con gli uomini in luoghi pubblici quali le scuole, i mercati e gli uffici. Il presidente Karzai ha affermato che il codice è in linea con la legge islamica accettata da tutti i Musulmani e da tutti gli Afgani.

 

Le attiviste afgane hanno denunciato il sacrificio dei diritti delle donne per pacificare gli estremisti Shukria Barakzai (nella foto), parlamentare attiva per i diritti delle donne, ha dichiarato che Karzai e il consiglio religioso violano la legge fondamentale del paese. Infatti la costituzione afgana riconosce pari diritti civili agli uomini e alle donne, proibisce abusi sulle mogli e riconosce alcuni diritti alle donne, come il divorzio. 

 

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