USA e Pakistan
un'alleanza necessaria

24/06/2011

Afghanistan, sicurezza

23 giugno 2011

Gli Stati Uniti vogliono ritirarsi dall’Afghanistan. Il ritiro causerà indubbiamente un vuoto di potere: il governo di Kabul non ha speranza di reggersi con le proprie gambe, perciò il Pakistan seguirà da vicino la situazione, e cercherà di riportare Kabul sotto la sua sfera di influenza, come all’epoca dei Talebani.

Ma che situazione lasciano gli USA? Kabul non ha né un governo autosufficiente né forze di sicurezza capaci di mantenere l’ordine nel paese.

L’intento di George Bush al momento dell’attacco era sradicare al Qaeda dall’Afghanistan ed evitare che i terroristi potessero essere ospitati e aiutati da uno stato per compiere altri attentati su suolo statunitense: questo obiettivo è stato raggiunto. Ma in un secondo momento gli Americani cambiarono gli obiettivi e si adoperarono in un’opera di ‘nation building’ per  creare maggiore stabilità nella regione ed eliminare il potere dei Talebani. Questo secondo obiettivo non è stato raggiunto. Nel 2001-2002 i Talebani si ritirarono sulle montagne del Pakistan, nelle Aree Tribali, per riorganizzarsi e a lanciare l’insurrezione, perché consapevoli di non poter combattere faccia a faccia le truppe della coalizione. I Talebani possono contare su un’artiglieria leggera, conoscono bene il territorio, hanno una grande capacità di intelligence e si spostano con rapidità nel paese. Inoltre possono rifugiarsi nei loro ‘santuari’ pachistani per sfuggire alla morsa americana – perché gli USA non tenterebbero mai di invadere il Pakistan, paese di 180 milioni di persone, per paura delle conseguenze che potrebbero provocare.

Ora che Osama bin Laden è stato ucciso, gli USA possono ritirarsi onorevolmente senza conseguenze disastrose. Il Pakistan invece deve controllare bene la transizione perché è profondamente legato all’Afghanistan: i 40 milioni di Pashtun vivono si di un territorio che si estende dall’Afghanistan alle regioni nordoccidentali del Pakistan (vedi mappa a lato) e si considerano un unico popolo.

Quando i Sovietici - alleati dell’India che è il nemico storico per il Pakistan - invasero l’Afghanistan, il Pakistan organizzò la resistenza contro i Sovietici con l’aiuto degli Stati Uniti. Ma dopo il ritiro sovietico gli Stati Uniti persero interesse in quell’area del mondo e il Pakistan coltivò i legami con le forze islamiste che avevano sconfitto i Sovietici e ne facilitarono l’ascesa fino alla presa del potere nel 1996, con il silenzioso  assenso degli USA.

Poi arrivò l’11 settembre e gli Americani chiesero ai Pachistani di appoggiarli nella guerra contro i Talebani che ospitavano e aiutavano  al Qaeda in Afghanistan. Ma come poteva il Pakistan conciliare l’amicizia verso i Talebani con le richieste degli Stati Uniti? L’unica soluzione era fare il doppio gioco, aiutare gli Stati Uniti a combattere al Qaeda senza inimicarsi quelle frange interne – soprattutto nei servizi segreti – che avevano legami stretti con gli islamisti afgani.

Ora l’equilibrio del doppio gioco  si sta spezzando, non tanto per la cattura di bin Laden, ma perché Islamabad si è accorta che gli USA sono davvero pronti al ritiro. In futuro il Pakistan dovrà gestire la situazione senza l’aiuto americano, e cercherà di farlo nuovamente favorendo l’ascesa dei Talebani con cui intrattiene ancora rapporti intensi.

Islamabad sa però di dover anche offrire copertura strategica alle truppe statunitensi man mano che lasceranno il paese. I suoi servizi segreti, l’ISI, stanno anche svolgendo il ruolo di mediatore fra gli USA e i Talebani anche se, a differenza dei Sunniti in Iraq, i Talebani sono molto poco propensi al dialogo e alle trattative perché sanno che in qualsiasi caso l’avranno vinta, dato che sono originari del posto e il tempo  gioca totalmente a loro favore.

Il Pakistan si sta dunque preparando a un imminente ritiro americano, ed è importante che si mostri il più indipendente possibile di fronte all’opinione pubblica interna, anche mostrando un certo livello di ostilità nei confronti degli Americani, per non sembrare il ‘burattino’ degli Stati Uniti’. Questo spiega in parte l’inasprimento dei rapporti fra Washington e Islamabad nelle ultime settimane. Di fatto però Pakistan e USA, pur avendo interessi strategici diversi, in questo momento hanno bisogno l’una dell’altro: il Pakistan per contrastare il potere dell’India nella regione, gli USA per evitare che al Qaeda ricostruisca una rete.  Questo è il collante su cui si regge la necessaria alleanza fra i due paesi.

 

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