Messico
in bilico

12/04/2010

8 aprile 2010 – liberamente tratto da un saggio  di Scott Stewart, pubblicato su Strategic Forecast.   Le leggi economiche ci garantiscono che il traffico di narcotici verso gli Stati Uniti non si interromperà, nonostante la rivalità fra trafficanti destabilizzi il Messico con azioni di guerriglia nelle città e nei paesi. I trafficanti di droga e i cartelli  messicani faranno di tutto per ottenere o mantenere il controllo dei rifornimenti di droga all’America.     Per tradizione i ‘signori della droga’ hanno sempre cercato di operare senza dare troppo nell’occhio per evitare di avere problemi con le autorità,  ma di tanto in tanto la situazione degenera e sfocia nella violenza. Nei periodi di maggior calma i confini territoriali sono piuttosto ben definiti, i corridoi di transito della droga – chiamate ‘plazas’ – sono sicuri, la merce raggiunge la destinazione prestabilita e i trafficanti si arricchiscono. Ma quando l’equilibrio viene meno e una delle organizzazioni si indebolisce, le altre organizzazioni cercano immediatamente di rubarle la piazza.   I ‘cartelli’ messicani si sono sempre occupati del trasporto della marijuana verso gli Stati Uniti, ma fra gli anni ’80 e ’90 hanno iniziato a trafficare cocaina perché è molto più redditizia. La cocaina  è un narcotico ‘strategico’, nel senso che il ciclo dal produttore al consumatore è molto più lungo di quello della marijuana o delle metamfetamine – e per questo è  difficile da controllare in toto. I trafficanti di cocaina sono anche molto più aggressivi e ricorrono facilmente alla violenza pur di difendere i propri  lauti guadagni.   In principio i cartelli messicani spacciavano cocaina negli Stati Uniti per contro dei cartelli colombiani, che volevano spostare il traffico dai Caraibi – dove troppo sovente le forze aeree e navali americane intercettavano i carichi – verso zone meno rischiose. Nel corso degli anni i Messicani  sono diventati molto potenti, e nel contempo i Colombiani sono stati indeboliti dalle azioni del governo di Bogotà – che ha agito duramente contro i cartelli di Medellin e Cali.   Attualmente i Messicani controllano quasi tutto il traffico di cocaina dal Sudamerica agli Stati Uniti, che consente enormi guadagni, e per questa ragione va difeso anche assoldando ‘protettori’  armati. Il primo cartello a dotarsi di protettori su larga scala è stato l’AFO – un’organizzazione estremamente aggressiva – che ha fatto ricorso a ufficiali di polizia ancora in servizio e ai giovani delle gang urbane. Gli altri cartelli hanno deciso a loro volta di proteggersi: il cartello di Juarez ha creato una propria forza di polizia chiamata La Linea e il Cartello del Golfo ha assoldato i Los Zetas, un gruppo di ex agenti antidroga che  disertarono dalle forze di sicurezza federali messicane alla fine degli anni ’90. Per non essere da meno il cartello Sinaloa ha formato la propria unità paramilitare, Los Negros, per contrastare le azioni dei Los Zetas. Ciascuna di queste unità paramilitari fa abitualmente uso di pistole, fucili d’assalto, granate e bombe a mano.   Nella ricerca di sempre maggior forza i  vari ‘protettori’ hanno stretto alleanze con altre forze paramilitari. Los Zetas ad esempio si è legato alle ex forze speciali guatemalteche, i Kaibil, e con la gang Mara Salvatrucha (o MS-13), mentre La Linea si è unita alla gang americana Barrio Azteca e alla sua filiale messicana, i Los Aztecas. I cartelli sono costantemente alla ricerca di nuove reclute, tanto che nelle stazioni di polizia vengono appesi dei cartelli in cui si chiede gli agenti di polizia e ai soldati di lasciare il loro lavoro per unirsi alle unità paramilitari dei cartelli in cambio di lauti compensi.   Quando la lotta si fa più intensa può accadere che le unità paramilitari diventino più forti degli imprenditori che comandano il cartello. Ad esempio i Los Zetas e i Los Negros si sono separati dai loro committenti per mettersi in proprio nel traffico di droga. Le battaglie fra i cartelli sono molto violente – gli scontri fra le fazioni dell’AFO a Tijuana e fra il cartello del Golfo e i Los Zetas nel Messico nordorientale hanno fatto molte vittime.   Ora i cartelli del Golfo e di Sinaloa si sono uniti con la Familia Michoacana (LFM) per creare un nuovo super cartello, la Nuova Federazione, e attualmente combattono fianco a fianco contro i Los Zetas e i BLO, che si sono invece uniti con il cartello di Juarez. Secondo fonti non ufficiali il governo messicano avrebbe aiutato la Nuova Federazione contro i Los Zetas – infatti durante una recente offensiva contro i Los Zetas le forze di sicurezza federali sono state viste a bordo di auto marchiate con il simbolo della Nuova Federazione.   Può darsi che il governo messicano cerchi di favorire ora l'uno ora l'altro dei contendenti, sperando che finiscano con l'eliminarsi a vicenda. È certamente una mossa disperata - ma forse il governo non ne ha veramente altre a disposizione dato che è più debole dei cartelli. Alcuni analisti hanno ipotizzato che i redditi dei signori della droga superino tutto il gettito fiscale dello stato messicano. 

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