Sanzioni dell'ONU
all'Eritrea

24/12/2009

Il 23 dicembre 2009 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha imposto nuove sanzioni all’Eritrea che prevedono il congelamento dei beni, restrizioni sui viaggi e l’embargo sulle armi. L’ONU ha deciso di sanzionare l’Eritrea perché continua ad appoggiare i ribelli somali che combattono contro il Governo Federale Transnazionale. Nel 2000 il Consiglio di sicurezza aveva già imposto un embargo sulle armi a Etiopia ed Eritrea, della durata di un anno. Le nuove sanzioni colpiscono esclusivamente l’Eritrea e quindi potrebbero cambiare gli equilibri di potere nella regione a favore di Addis Abeba.   I rapporti fra Eritrea ed Etiopia sono piuttosto tesi sin dal 1993, da quando l’Eritrea si staccò dall’Etiopia facendo così perdere ad Addis Abeba l’unico accesso al mare. Fra il 1998 e il 2000 i due paesi hanno combattuto una feroce guerra per definire i confini – che tuttora continuano ad essere molto  militarizzati. Asmara cerca in ogni modo di spingere Addis Abeba a spostare l’attenzione lontana dai confini, e per questa ragione appoggia diversi gruppi ribelli non solo in Somalia, ma anche all’interno dell’Etiopia stessa (come il Fronte di Liberazione Nazionale Ogaden o il Fronte di Liberazione Oromo).  In risposta l’Etiopia finanzia e arma una milizia somala, la Ahlu Sunna wa Jamaah, che si batte contro i ribelli eritrei in Somalia.    L’Eritrea, che ha circa 5 milioni di abitanti, è un paese decisamente militarizzato.  L’esercito eritreo conta 200.000 soldati (senza contare i riservisti) ed è uno dei più vasti eserciti dell’Africa. L’Etiopia invece, molto più grande dell’Eritrea sia per territorio che per popolazione (81 milioni di abitanti), pur avendo un esercito più modesto (140.000 unità) gode di un certo margine di vantaggio, dal momento che è in buone relazioni con gli Stati Uniti.

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